La stazione di I1EPJ
Il radiotelefono navale SEA 322


Il SEA322, costruito dalla SEA (Stephens Engineering Associates) inc. di Mountlake Terrace, Washington, è un radiotelefono navale. Nomen omen. Quando il Beppe lo ha visto, in un'edizione del mercatino di Moncalvo di parecchi anni fa, dopo averlo guardato bene ha deciso di portarselo a casa allettato dal prezzo più che ragionevole, dal fatto che fosse funzionante e fosse completo dell'«Instruction and maintenance manual», nonostante l'oggetto mantenga quello che il nome dice, potendo trasmettere solo in fonia (USB e LSB; sempre che il Beppe abbia capito bene quello che dice il manuale, l'AME è disponibile solo sulla frequenza di emergenza di 2182 kHz e l'AM con portante ridotta di -16 dB solo sui canali duplex) e TELEX (SITOR, per la precisione), niente CW, neanche opzionale, come sul Debeg 3120 e che in ricezione la copertura fosse sì continua (ma solo da 1 MHz a 24999.9 MHz) ma la trasmissione fosse strettamente canalizzata. I canali marini, sia fonia che dati, sono preprogrammati, mentre altri 100 canali possono essere programmati dall'utente. Ogni canale può memorizzare separatamente la frequenza di ricezione e quella di trasmissione ed il modo.

La struttura del ricevitore è la classica up-conversion con la prima IF a 72,5 MHz e la seconda a 10,7 MHz. I filtri presenti nel ricevitore sono solo quello per SSB e quello per TELEX (SITOR) con banda passante di 500 Hz. La frequenza operativa è sintetizzata a passi di 100 Hz sia per il ricevitore che per il trasmettitore, che però, come detto, può trasmettere solo sulle frequenze memorizzate nei 100 canali disponibili e su quelle navali predefinite. Il trasmettitore fornisce una potenza massima di 150W PEP. Esisterebbe anche il relativo accordatore remoto, che però nell'esemplare in vendita non era presente. L'alimentazione è a 13.8 V con un assorbimento massimo dichiarato (in SSB con ingresso a due toni) di 17A. Come visibile nelle foto e come consuetudine nelle radio navali l'apparato è diviso in due parti, il corpo RTX vero e proprio e la console di controllo, in cui tutti i comandi, sintonia compresa, sono realizzati mediante pulsanti. Il controllo può anche avvenire da più console, sino ad un massimo di quattro, o da un PC, attraverso quello che sul manuale viene chiamato "SEAbuss", con due "s". Dato lo scarso interesse che un simile apparato riveste per il Beppe e la necessità di realizzare anche un'interfaccia per collegarsi a tale bus, il Beppe non si è ancora deciso, se mai lo farà, a sbattersi per vedere di realizzare un programma di controllo per tale apparato.

Date le caratteristiche sopra citate, l'unico uso che il Beppe potrebbe fare di tale radiotelefono, oltre che per fare quattro chiacchiere su qualche canale predefinito, cosa che peraltro non rientra nelle sue abitudini, non ancora almeno, visto che per lavoro deve già parlare anche sei ore al giorno, sarebbe quella di usarlo per fare RTTY radioamatoriale (ammesso di trovare ancora corrispondenti) con shift di 170 Hz, collegandolo magari al Dovetron MPC1000-CR-II, che al momento ha l'uscita AFSK inutilizzata.

Infine, dato che l'apparato era ed è tuttora funzionante, il Beppe non può nemmeno raccontarvi le sue peripezie nel renderlo tale.

Il radiotelefono SEA322 in ricezione in 20m. Qui qualcuno ha applicato alla lettera il principio «Work first, worry later».


Foto 1. L'unità di controllo del radiotelefono SEA322. Il cavo nero che si intravede in alto a sinistra è quello che collega l'unità di controllo al corpo dell'RTX. Come si può osservare, la mascherina in plastica della tastiera si è decisamente seccata e rotta in più punti, soprattutto sopra ai tasti maggiormente usati, per cui alcuni numeri, ad esempio lo zero, sono tutti per traverso. Si tratta però di un problema solo estetico, perché i tasti funzionano ancora tutti perfettamente. Come si vede, il cavo del microfono entra direttamente nell'unità di controllo, sulla quale non c'è nessuna presa KEY, per cui USB, LSB e RTTY (i cui ingressi/uscite si trovano sul pannello posteriore del corpo radio) sono gli unici modi disponibili, niente CW (sigh).

Foto 2. Il frontale dell'RTX vero e proprio. Su di esso c'è decisamente poco da vedere, solo un ricco assortimento di viti, dal momento che che non ci sono comandi di nessun tipo montati su di esso ed i connettori di ingresso/uscita si trovano dall'altra parte.

Foto 3. Il pannello posteriore del corpo radio. Qui ci sono i connettori per il collegamento dell'unità di controllo mostrata nella prima foto e di un'eventuale altra unità di controllo, dell'eventuale accordatore remoto, dell'eventuale apparato per la RTTY e dell'antenna, si spera non eventuale. In questo esemplare il connettore di alimentazione (che avrebbe dovuto essere un qualche tipo di PowerPole, come visibile qui) non c'è ed il cavo rossonero per la suddetta esce direttamente attraverso un gommino.

Foto 4. La copertina dell'«Instruction and maintenance manual», con tanto di macchia, non si sa di cosa. Una scansione di tale manuale è reperibile nella sezione Manuali vari di questo sito.


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