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La webcam di I1EPJ
Giocando con una "Waterproof IP Camera" cinese supereconomica

In costruzione

echo '
Uno snapshot Immagine live (se funziona...)

Qui sopra, almeno se il vostro browser è in grado di gestire il tag <iframe>, se non entrate da https (perché la webcam gestisce solo http) e se la webcam in questione non è nel frattempo defunta o si è piantata (cosa già successa alcune volte e che ha richiesto un ciclo OFF/ON per essere risolta) o è stata hackerata da un incapace, potete vedere, a destra, l'immagine live ripresa dalla webcam (solo da http), mentre a sinistra è visibile uno snapshot (sia da http che da https). Come paesaggio non è un granché, si tratta di uno scorcio della base delle antenne installate sulla mia terrazza e del cielo in direzione ENE. In primo piano lo scatolone di un giallo/verde indefinibile è l'accordatore remoto Debeg 3120. In secondo piano, subito dopo, viene l'accordatore remoto Skanti ATU8250 (la scatola grigia col grosso isolatore bianco che spunta), rimesso in posizione dopo la riparazione descritta qui. Infine, in ultimo piano, la scatola bianca più piccola che si intravede è l'accordatore remoto ICOM AH-4. In tutti i casi l'antenna è una filare verticale lunga circa 10m montata all'interno di una canna da pesca in fibra di vetro, di cui negli ultimi due casi è si intravede la base.

La webcam è quella che potete vedere nella foto. Cliccare sull'immagine per una versione a maggior risoluzione. Si tratta di una IP camera dalla risoluzione massima di 640x480 (scarsina anzichenò, ma per il prezzo non si poteva pretendere di più), con illuminazione a LED infrarossi, interfacce Ethernet e WiFi e server web integrato. È anche presente un server telnet non documentato, il cui login è root e la password di default 123456, che è consigliabile ricordarsi di cambiare immediatamente con

echo "root:LaNuovaPasswordDiRoot"|chpasswd

col quale si scopre che il sistema a bordo della IP CAM è una qualche versione di Linux embedded, con processore MIPS24K V4.12 e 29.3MB di RAM, dei quali 20 occupati, lasciandone circa 8 liberi per far girare tutta la baracca. Non c'è certo da scialare...

Nel modificare la password di accesso occorre fare attenzione al fatto che la modifica dura solo sino al succcessivo reboot, dopo di che la password di root torna ad essere quella di default, cioè 123456. Qualcuno su internet sospetta che server_telnet_non_documentato+password_di_root_resettata_ad_ogni_reboot=backdoor, ma abbiamo il Rasoio di Hanlon secondo cui Non attribuire a malafede quel che si può ragionevolmente spiegare con la stupidità. D'altra parte, un'autorità locale affermava che A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Comunque sia, come suggerito sempre su internet, ad esempio qui, è consigliabile aggiungere le seguenti righe in fondo al file /system/init/ipcam.sh:

sleep 15
echo "root:LaNuovaPasswordDiRoot"|chpasswd

Naturalmente, al posto di LaNuovaPasswordDiRoot, scrivete la password che volete assegnare al superutente.

Prima di farlo, è consigliabile fare una copia del file originale, in modo da poter tornare indietro in caso di pasticci. L'unico editor di testo presente nella webcam (almeno in questo esemplare) è una versione minima di vi, incorporata in BusyBox, e vi, pur essendo un ottimo editor, non è proprio quello più user-friendly del mondo... Un'altra cosa a cui fare attenzione è di non sbagliare a scrivere la nuova password e di non dimenticarsela, visto che dopo l'aggiunta di quelle due righe, salvo reset generale, verrà reimpostata ad ogni riavvio del sistema. Inutile dire che è altrettanto consigliabile cambiare anche l'username e la password di amministratore (di default, l'utente admin) nell'interfaccia web di configurazione (che da me funziona solo sotto windows).

La configurazione iniziale va necessariamente fatta via ethernet, una volta configurata correttamente l'interfaccia WiFi non è necessario collegarla via filo, tutto si può fare wireless, come inizialmente fatto nella mia installazione. Dopo aver dovuto riconfigurare tutto n volte dopo piantamenti e casini vari, tra cui un tentativo fraudolento di installare qualcosa di non meglio identificato (fortunatamente fatto però da un incapace, infatti dopo di ciò la webcam non funzionava più, rendendo evidente all'intero orbe terracqueo che era successo qualcosa di brutto) che hanno obbligato ad usare il pulsante di reset presente, che reimposta TUTTO alle condizioni di default, sono arrivato alla conclusione che è forse meglio, più sicuro e, in caso di dover resettare tutto con l'apposito pulsante, anche più comodo, lasciar disabilitato il WiFi e tirare un bel cavo ethernet dalla webcam al router di casa.

L'alimentazione è a 5V 2A, o almeno tali sono le caratteristiche dell'alimentatorino switching fornito in dotazione. Per ora è stato utilizzato tale alimentatore, ma se si dovessero notare interferenze intollerabili sulle radio è già in programma la sua sostituzione con un riduttore di tensione lineare collegato alla linea +13.8V presente in stazione.

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Fatto quanto detto sopra e tirato un bel cavo ethernet CAT5E dalla webcam al router di casa, tutto ovviamente funziona come deve, ma... guardate le emissioni indebite che quella maledetta webcam irradia quando si usa l'interfaccia ethernet (per i curiosoni impenitenti, l'immagine mostrata è uno screenshot fatto su un ICOM IC7300). Sono mostrate in 50 MHz, perché è lì che me ne sono accorto, ma più o meno la stessa cosa capita in 144 MHz. In HF invece, si rilevano solo alcuni disturbi qua e là di varia ampiezza, comunque nel complesso tollerabili. L'unico aspetto positivo, o meglio, meno negativo, di tutta la faccenda, è che si tratta di disturbi a frequenza fissa (notare le righe nel waterfall perfettamente verticali) e non vaganti su e giù per la gamma, come quelle di certi alimentatori switching. Onde per cui, a meno che non si trovi un modo a base di ferriti, spire, messe a terra, schermature e quant'altro per almeno ridurle, nel caso in cui la webcam non funzionasse, potrebbe anche essere che il titolare sia a casa attivo in radio mentre c'è propagazione in 50 MHz o in 144 MHz e che, per star tranquillo, abbia spento temporaneamente il ciospo.

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Dopo un certo numero di tentativi di perlomeno limitare i disturbi derivanti dall'uso dell'interfaccia ethernet, tutti miseramente falliti, non si è trovata altra soluzione che tornare ad usare l'interfaccia WiFI, nonostante le scomodità sopra elencate ed ovviamente dopo aver modificato tutte le password di cui sopra. Come si può vedere qui, usando l'interfaccia Wifi i disturbi si sono pressoché annullati. Si spera di non dover rifare la configurazione troppe volte.